Posts Tagged ‘tumori’

Gli Uccellaci di Focognano: Lettera d’incoraggiamento al Sindaco Fossi

23 febbraio 2014

Nonostante si cerchi di mascherare la questione dell’inceneritore con il classico silenzio delle istituzioni, c’è sempre un gruppo in continuo aumento di cittadini, informati, che ribadiscono il loro netto NO all’inceneritore. Il Blog di Campi è sempre stato un organo di divulgazione molto premuroso su questo argomento, oggi quindi condivido con piacere questa lettera aperta che gli amici Uccellacci rivolgono al sindaco Fossi..

Sindaco,
faccia un atto di coraggio, faccia il suo dovere, difenda la salute dei cittadini, dei suoi figli, dei nostri figli, difenda il territorio da un danno ambientale certo, da un danno biologico che ricadrà sulle prossime generazioni, si schieri dalla parte dei cittadini che oramai hanno sostituito le istituzioni nella difesa dei beni comuni. Lei sa benissimo che la piana di Firenze è l’area più inquinata della Toscana, Lei sa che l’Incenerimento dei rifiuti non è la soluzione, che l’Inceneritore produce ceneri tossiche, diossine, nano particelle e agenti tumorali certi, Lei sa benissimo che l’ampliamento dell’aeroporto non è necessario, oltre che dannoso per le condizione già compromesse dell’area, lei sa benissimo che esistono alternative più vantaggiose per l’economia, l’ambiente, la salute e il futuro di tutti Noi.
Con i 150 milioni di euro previsti per l’Inceneritore, si potrebbe da subito adottare la strategia “Rifiuti Zero”, costruire un impianto di trattamento a freddo per la parte residua, un centro ricerca per il recupero dei materiali.Tutte soluzioni praticabili da subito che darebbero un impatto positivo sull’economia del riciclo,del riuso e della ricerca, che sono il futuro dell’economia reale, con un sicuro aumento di posti lavoro nel settore, senza andare ad aggravare la situazione ambientale già compromessa della piana.
Con L’Inceneritore il guadagno è per pochi il danno e le malattie per tutti. Lei tutto questo lo sa, faccia la scelta giusta, non quella che gli conviene.
Non abbia paura delle multiutility pronte a speculare sul territorio, si schieri dalla parte giusta, troverà 50.000 cittadini pronti a sostenerla in questa battaglia e pronti a partecipare a costruire un pezzo di futuro.
Coraggio!
S/Gli Uccellacci

Inceneritore: il Sindaco di Greve vuol far cambiare idea a Rossi e Renzi .. e Fossi cosa aspetta ?

9 ottobre 2013

L’AGIPRESS ha battuto la notizia che il Sindaco di Greve in Chianti, Alberto Bencistà, ha esordito il 6 ottobre scorso al dibattito “Da San Francisco a Firenze in cammino verso Rifiuti Zero” in un incontro che si è svolto a Palazzo Vecchio, per parlare con il massimo esperto californiano di rifiuti e della necessità di continuare a dire no agli inceneritori, dopo che in Toscana ne sono stati confermati 7 su 9 nel nuovo Piano Regionale Rifiuti.
La sua domanda ha sicuramente scosso tutti gli attuali amministratori toscani votati alla pratica dell’incenerimento dei rifiuti, e sicuramente segnerà lo scenario per i prossimi mesi: “Lo ha fatto San Francisco, tra poco New York, ma allora perché la strategia “Rifiuti Zero” non la può adottare anche Firenze?”
“Aderire alla strategia Rifiuti Zero – ha aggiunto Bencistà – non è solo formalità ma si fonda su principi specifici: uno è no agli inceneritori, e non solo nel “giardino” della propria casa, l’altro è sì alla raccolta differenziata e a tutte le buone pratiche, come il Bio distretto che il Comune di Greve ha fortemente voluto nel proprio territorio e che rappresenta un insieme di buone pratiche per l’agricoltura biologica. Il Comune di Greve, proprio perché è stato eliminato dalla lista degli inceneritori da aprire in Toscana, continuerà a dare un contributo forte per continuare a dire no e promuovere le buone pratiche”.
“La questione però – chiude Bencistà – necessita di essere affrontata dal punto di vista politico con il Presidente della Regione Enrico Rossi e con il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, sono loro gli attori con cui è necessario intraprendere un confronto politico serio e convincerli a cambiare strada sugli inceneritori per il territorio regionale e quello di Firenze in particolare”.
Sono intervenuti all’incontro: Jack Macy (responsabile progetto Zero Waste, San Francisco), Rossano Ercolini(vincitore del premio Goldman Prize 2013, presidente del Centro Rifiuti Zero di Capannori), Claudio Tamburini (rappresentate dei comitati della piana Fi-Po-Pt), Gianluca Garetti (Medicina Democratica e perUnaltracittà). A introdurre il dibattito, moderato da Antonio Di Giovanni (Ass. Rifiuti Zero Firenze), Ornella De Zordo (Vice Presidente Commissione ambiente comune di Firenze).
E a Campi che cosa aspetta il Sindaco Fossi ad adottare la strategia Rifiuti Zero ?

Il Futuro della Piana con Hera: A Ravenna, diossina nel latte materno e la Asl, risponde “Normale in questa zona”

4 marzo 2012

Riporto questo articolo apparso sul Fatto Quotidiano in data 25 febbraio 2012, per dimostrare fino a che punto si può arrivare a negare l’evidenza pur di perseguire negli scellerati programmi di gestione dei rifiuti, che ovviamente prevedono solo ed esclusivamente l’incenerimento. Faccio notare anche un fatto essenziale ed importante: Hera dovrebbe costruire l’inceneritore anche qui a Case Passerini .. un bel programma per il futuro della nostra piana. Leggete e prendetene atto.

Tutto nasce dal Movimento 5 Stelle che aveva promosso test su donne e animali, registrando valori ampiamente oltre la norma. Principale imputato l’inceneritore Hera sulla Romea. Ma per la direzione dell’Azienda sanitaria in un’area industrializzata le sostanza tossiche nel sangue le hanno tutti.
A Ravenna è allarme diossina. I valori del cancerogeno agente tossico nel sangue di due donne incinta e di alcuni polli ruspanti viaggiano ampiamente oltre la norma. Impossibile non stupirsi di fronte ai dati che il Movimento 5 Stelle, Legambiente, Associazione Naturista, Articolo 32 e Ravenna Viva hanno portato alla luce già nel dicembre 2011. Ma è ancor più difficile non rimanere sorpresi di fronte alle parole del direttore dell’Asl di Ravenna, alla richiesta di una commissione regionale di monitoraggio dell’aria: “La presenza di diossine negli organismi umani è una conseguenza inevitabile per chiunque vive in aree industrializzate”.
La vicenda nasce circa un anno fa, ancora prima delle elezioni amministrative, quando il futuro consigliere M5S, Pietro Vandini, rende pubblici alcuni test svolti su due volontarie a Savarna e Porto Corsini. Due donne che hanno alcuni requisiti specifici come risiedere in quelle zone da almeno cinque anni, mangiare cibo proveniente da filiera corta e non fumatrici. I risultati sono critici e non vengono usati in modo “strumentale” perché vanno approfonditi, proprio come spiega al fattoquotidiano.it Vandini: “I livelli di diossina erano fino a quattro volte oltre il limite consentito per il latte vaccino. Poi io una volta eletto e divenuto presidente di una commissione consiliare ad hoc ho fatto richiesta ad Arpa Emilia Romagna ed Asl di Ravenna per iniziare entro i primi di marzo 2012 una campagna di indagine seria, completa e articolata sul tema come avviene negli altri stati dell’Unione Europea”.
Passaggio non obbligato che però ha perfino spinto il sindaco Matteucci a richiedere formalmente di inserire Ravenna in un progetto regionale sulla qualità dell’aria e nel monitoraggio dei contaminanti. Ma al danno si aggiunge la beffa perché il direttore dell’Asl ravennate, Paolo Ghinassi, dichiara ai giornali: “Nelle aree industrializzate è così. Non servono accertamenti”, e aggiunge, “Però se ci sarà la disponibilità di Hera e Arpa anche l’Ausl sarà disponibile per sedersi a un tavolo che partendo dalle conoscenze a disposizione elabori un monitoraggio alla ricerca di nuovi inquinanti, prodotti dalla produzione industriale, che potrebbero avere conseguenze sulla salute dell’uomo.
“Questa affermazione ci fa ribrezzo”, dice il consigliere regionale M5S Giovanni Favia, “E ricorda tanto quella in cui si diceva che con la Mafia dobbiamo convivere. Nel latte materno sono stati rilevati 19,6 picogrammi per grammo di grasso, quando la soglia oltre la quale un prodotto viene ritirato è 5”.
Come se non bastasse pochi giorni fa sono giunti i risultati su un pollo ruspante allevato a Savarna e con un limite di 1,2 picogrammi per grammo di grasso, il volatile ha registrato un pesante 1,9: “Le nostri analisi, pagate privatamente con i soldi dei cittadini e delle associazioni hanno dato il 100% della contaminazione (3 casi su 3). Mentre i 25 campioni dell’Asl non registrano nemmeno un contaminato”, continua Vandini, “Crediamo che non compiano le analisi corrette, analizzando i mangimi  naturali  non del luogo”.
Al centro dell’emissione di sostanze cancerogene l’area tra Sant’Alberto, Savarna, Mezzana e Porto Corsini: un cerchio urbanizzato attorno al famigerato inceneritore Hera, situato sulla statale Romea che produrrebbe diossine provenienti dalla combustione in presenza di cloro. Anche se Arpa non ha mai rilevato particolari criticità e la multiutility ha bollato le analisi dei grillini come “prive di scientificità”.
La richiesta del M5S e delle associazioni ambientaliste e sanitarie sorte attorno all’esperimento che si sta facendo via via più concreto è quella dell’attuazione di un biomonitoraggio del latte materno per mappare le zone più inquinate nonché la ratifica della convenzione di Stoccolma sottoscritta nel 2001 ed entrata in vigore nel 2004 che prevedeva il divieto di produzione e d’immissione nell’ambiente di inquinanti tossici e persistenti come le diossine. Anche se attualmente sono 151 gli Stati che l’hanno sottoscritta e ratificata, ma l’Italia è l’unico tra i paesi europei ad averla sottoscritta nel 2001 ma a non averla ancora ratificata, ovvero tradotta in legge.
“Sono pessimista rispetto all’evoluzione in senso pratico del problema perché conosco chi amministra da 40 anni Ravenna. E non dimentichiamoci che è altamente probabile che ci saranno problemi respiratori, tumori e patologie cancerogene per le generazioni future”, chiosa Vandini, “visto che abbiamo registrato valori vicinissimi a quelli dell’Ilva di Taranto”.

Altri articoli sempre dal Fatto Quotidiano:
Inceneritori a Forlì: “Allarme diossina, pericolo alimenti contaminati”
L’Ilva e la città dei veleni dove la diossina arriva direttamente sulle tavole dei cittadini

“L’inceneritore di Case Passerini non s’ha da fare” .. la risposta dei comitati all’annuncio della data di inizio dei lavori

28 gennaio 2012

Ricevo e pubblico da:

Coordinamento dei comitati della Piana FI-PO-PT
Coordinamento ATO Toscana Centro
Medicina Democratica-Firenze

L’INCENERITORE DI CASE PASSERINI NON S’HA DA FARE
UN GIGANTESCO SEPOLCRO AL BUON SENSO FIRMATO DA GAE AULENTI, IL BEL NOME DELL’ARCHISTAR POTEVA ESSERE A SERVIZIO DI UNA BEN PIÙ NOBILE CAUSA

E’ molto grave che si preannunci una data di inizio dei lavori per l’inceneritore di Case Passerini senza ancora avere fatto lo studio di impatto ambientale. Infatti Quadrifoglio ed il suo partner HERA devono ancora ottenere dalla Provincia pronuncia positiva di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), prima di iniziare – eventualmente – i lavori. La VIA prevede di verificare la compatibilità ambientale dell’impianto e le alternative meno pericolose per lo smaltimento dei rifiuti, ivi compresa l’alternativa zero impianti di incenerimento, come prevede la normativa e come dimostrerà “Alter Piano” (piano Alternativo) per la gestione dei rifiuti del Coordinamento ATO Toscana Centro di prossima presentazione .
E’ molto grave perché questo sta ad indicare la tendenza (come già è accaduto in sede di pianificazione), ad una decisione precostituita, a prescindere dai risultati dell’istruttoria che si aprirà sulla VIA. Questo mette in discussione l’autonomia e l’imparzialità degli uffici provinciali dal decisore politico, quando dovranno effettuare la valutazione finale sull’impatto dell’inceneritore. Il clima creato dall’amministrazione provinciale e dai proponenti l’impianto richiede che sul procedimento di VIA venga esercitato un forte controllo da parte dell’opinione pubblica sull’operare dell’Amministrazione.
E’ molto grave che mentre sono in calendario nei prossimi giorni audizioni del Consiglio Provinciale, riguardanti i piani alternativi dei comitati della Piana FI-PO-PT e del Valdarno, le decisioni siano già state prese.
E’ molto grave che l’ATO Toscana centro, ignorando ogni approccio di precauzione, voglia costruire l’inceneritore di Case Passerini che esporrà i cittadini a sostanze cancerogene e mutagene con un rischio tanto inutile quanto evitabile. Tutti sanno che anche gli inceneritori moderni sottopongono le popolazioni ad un’esposizione prolungata di metalli pesanti, diossine e particolato ultrasottile, tutte sostanze che sono pericolose per la salute anche se in quantità piccolissime, infatti sono definite dalla letteratura scientifica ‘a tolleranza zero’.
Lo studio Moniter, che è costato nel 2007 alla Regione Emilia-Romagna oltre 3 milioni di euro per indagare gli effetti sanitari e ambientali degli inceneritori di HERA presenti sul suo territorio, ha ancora una volta dimostrato, nonostante limiti metodologici, precisi segnali di allarme e ricadute negative per la salute delle popolazioni esposte come: eccesso di linfomi Non Hodgkin a Modena, aumento di rischio di nascite pretermine e possibili aumenti di rischio tanto per patologie tumorali che non tumorali, per di più coerenti con altre segnalazioni emerse in letteratura(vedi comunicato stampa ISDE-Ulteriori considerazioni sullo studio Moniter- del 23/01/2012).
E’ molto grave che da un punto di vista economico si prevedano già costi tariffari di 165 euro a tonnellata, mentre in altri contesti nazionali questi sono costi assai inferiori. Lo stesso impianto, che secondo il piano industriale sarebbe dovuto costare 100 milioni di euro, adesso è stimato a 135 milioni. Ciò evidenzia ancora una volta che i costi per i cittadini e per le imprese sono destinati ad aumentare. A questo si dovranno poi aggiungere gli oneri finanziari che le banche imporranno.
L’incenerimento dei rifiuti, non è inevitabile come ci vogliono far credere: va abbandonato e sostituito, in linea con le più recenti indicazioni dell’Unione Europea, con pratiche vantaggiose sul piano economico e meno impattanti sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni direttamente e indirettamente esposte, quali il riciclo dei materiali e il recupero integrale di materia con tecnologie a freddo.
Alter Piano, il piano per la gestione dei rifiuti dell’ATO Centro recentemente elaborato dai comitati, mostra come si può gestire quel 40% di rifiuti che rimane dopo le raccolte differenziate, senza ricorrere all’incenerimento, senza aggiungere altri inutili fattori di pressione ambientale per le popolazioni, senza incidere sui bilanci familiari e su quelli delle imprese per i prossimi venti anni.
A breve presenteremo il nostro piano alternativo, mobiliteremo i cittadini contro questa decisione scellerata e inizieremo azioni di boicottaggio nei confronti delle banche che finanzieranno l’inceneritore.
La partita è aperta più che mai !

Studio dell’incidenza del cancro in prossimità degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani

21 aprile 2011

Il Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Campi Bisenzio, Paolo Federighi, ha approfondito, sintetizzato e tradotto uno studio realizzato dall’Istituto Francese di Vigilanza Sanitaria al fine di renderlo noto mediante pubblicazione su “Campi Bisenzio Notizie Blog”.
Premessa
A partire dal 1970, la Francia è ricorsa all’incenerimento per eliminare i rifiuti casalinghi ed assimilati. L’impatto sulla salute umana degli scarichi provenienti dagli impianti di incenerimento dei rifiuti domestici rappresenta una preoccupazione per la popolazione francese che vive vicino a questi impianti industriali. Gli effetti negativi sulla salute dell’inquinamento generato dagli inceneritori sono associati alla quantità e la qualità delle sostanze chimiche emesse dalle ciminiere. Si tratta di miscele complesse che contengono, in sostanza, il biossido di zolfo, ossidi di azoto, acido cloridrico, metalli pesanti, diossine, particolato e idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Questi composti hanno, per la maggior parte, delle proprietà tossiche, e alcuni di loro hanno una provata o sospetta azione cancerogena sull’uomo o sugli animali. L’Istituto Francese di Vigilanza Sanitaria ha pertanto effettuato uno studio tra il 2003 e il 2007 i cui risultati sono stati pubblicati nel 2008.
Obiettivi e metodi dello studio
L’obiettivo principale è quello di studiare il rapporto tra l’incidenza dei tumori nella popolazione generale e l’esposizione a emissioni atmosferiche da inceneritori di rifiuti. Per far ciò occorre valutare l’esposizione della popolazione alle sostanze emesse nell’atmosfera dagli inceneritori e ai principali fattori che possono contribuire alla comparsa di tumori, negli anni 1970-1980. Stimare in queste popolazioni i tassi di incidenza dei tumori, tra il 1990 e il 1999 per tutti i tipi di cancro e per le località aventi un legame stabilito o presunto con l’esposizione alle emissioni degli inceneritori di rifiuti in modo da quantificare il rischio di cancro in base all’esposizione alle emissioni atmosferiche degli inceneritori.
E’ stata analizzata, a livello collettivo, l’incidenza di tumori in funzione di maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico da emissioni di inceneritori per rifiuti domestici, tenendo conto dei fattori terzi che potrebbero contribuire alla comparsa di tumori.
Lo studio si compone di tre periodi successivi: un periodo di esposizione della popolazione agli inceneritori di rifiuti, seguita da un periodo di latenza in linea con l’insorgenza del cancro e il periodo di osservazione dell’incidenza del cancro. Il periodo di esposizione della popolazione è stato definito dal tempo trascorso tra l’anno di inizio di funzionamento di ogni inceneritore (1972 per l’inceneritore più vecchio) e i primi anni del periodo di latenza rapportata all’incidenza media (1995), ossia 1985 per i tumori solidi e 1990 per le leucemie. Il periodo di latenza è il tempo minimo tra l’inizio dell’esposizione e il tempo di diagnosi di cancro. Le conoscenze in questo campo sono ancora scarse. Tuttavia, alla luce della letteratura consultata, il periodo di latenza scelto in questo studio è di cinque anni per la leucemia e 10 anni per gli altri cancri. Il periodo considerato per l’incidenza del cancro è di 10 anni – dal 01/01/1990 al 31/12/1999 compresi. L’incidenza dei tumori è stata calcolata nella popolazione adulta, di entrambi i sessi, di età superiore a 14 anni al momento della diagnosi.
Lo studio si è concentrato sui tumori considerati nel loro insieme e su specifici siti per i quali è stato trovato o si sospetta nella letteratura scientifica un nesso con l’esposizione agli inquinanti emessi dagli inceneritori: cancro ai polmoni, fegato, mammella, della vescica, LMNH, leucemia acuta e la leucemia linfocitica cronica, mieloma multiplo e sarcoma dei tessuti molli.
Risultati e conclusioni
La popolazione totale di età superiore ai 14 anni considerata nello studio è stata stimata 2.487.274 persone per il 1995. Questa popolazione, seguita per 10 anni rappresenta circa 25.000.000 di persone. In totale, tra il 01/01/1990 e il 31/12/1999 sono stati identificati poco più di 135.000 casi di cancro.
Dai risultati si osserva una significativa associazione tra esposizione ai fumi di un inceneritore e aumento delle probabilità di contrarre un tumore. In particolare c’è una relazione statisticamente significativa tra l’esposizione della popolazione alle emissioni provenienti da impianti di incenerimento e il rischio :
– di cancro al seno e i tumori di tutte le tipologie per le donne
– di linfomi maligni non-Hodgkin per entrambi i sessi analizzati insieme e nelle donne in particolare
– di mieloma multiplo negli uomini
I risultati suggeriscono inoltre, per entrambi i sessi, un legame con il cancro del fegato, il sarcoma dei tessuti molli e il mieloma multiplo.
Dunque questo studio ha permesso di osservare un legame tra l’esposizione della popolazione adulta alle emissioni atmosferiche degli inceneritori che erano in funzione dal 1972 al 1990 e l’incidenza del cancro negli anni 90’. Lo studio quindi fornisce nuove argomentazioni circa i rischi per la salute connessi con l’esposizione ambientale, per un lungo periodo, agli scarichi provenienti dagli impianti di incenerimento di rifiuti. I suoi risultati sono coerenti con altri lavori pubblicati nella letteratura scientifica.
Le grandi dimensioni della popolazione inclusa in questa analisi, la qualità dei dati forniti dai registri e delle procedure attuate per stimare retroattivamente la maggiore esposizione della popolazione contribuiscono alla qualità di questo studio. Lo sfruttamento dei risultati ha alcune limitazioni, in particolare per quanto riguarda la loro trasposizione geografica e temporale. Essendo lo studio su una situazione passata, i suoi risultati non possono essere trasposti a situazioni attuali. Tenuto conto delle caratteristiche proprie degli studi ecologici, il nesso di causalità osservato tra l’esposizione alle emissioni di un inceneritore e l’incidenza di alcuni tipi di cancro non può essere dimostrata. Tuttavia, diversi argomenti sono a favore di un tale rapporto.
Questo studio, che mostra un impatto sulla salute degli inceneritori, conferma l’utilità delle misure volte a ridurre le emissioni di inquinanti che sono state imposte a questi impianti industriali, sin dalla fine degli anni ’90. Possiamo quindi aspettarci una diminuzione del rischio di cancro tra le popolazioni esposte ai livelli di emissioni attuali. Tuttavia, alla luce delle incertezze sulla latenza di insorgenza di tumori, non si può escludere che le esposizioni subite negli anni ’70 possano ancora favorire l’insorgenza di tumori.

*In statistica inferenziale quando si stima un parametro, la semplice individuazione di un singolo valore è spesso non  sufficiente. È opportuno allora accompagnare la stima di un parametro con un intervallo di valori plausibili per quel parametro, che viene definito intervallo di confidenza (o intervallo di fiducia).
Riferimenti:
l’incidence des cancers à proximité des usines d’incinération d’ordures ménagères (PDF-640Kb)
les augmentations de risques de cancers sont revus à la hausse pour tous les types de cancers étudiés (PDF-90 Kb)
altri dati in lingua francese su www.cniid.org

Una giornata di Solidarietà per l’Ass.Noi per Voi Onlus alla Pubblica Assistenza di Campi Bisenzio

13 novembre 2009

Domenica 15 novembre la Pubblica Assistenza di Campi organizza “una giornata di solidarietà” il cui ricavato andrà all’Associazione Noi per Voi Onlus che si occupa del sostegno alla ricerca sui tumori e le leucemie infantili e dell’accoglienza delle famiglie dei ricoverati. Ore 11-19 bancarelle con pizzi, merletti, centri tavola, piccole tovaglie, ceramiche e quadri, tutti oggetti unici fatti a mano dalle concittadine campigiane e che offrono il ricavato a sostegno di questa iniziativa. La Pubblica Assistenza si rivolge a tutti coloro che vogliono partecipare al mercatino in favore della solidarietà. Alle ore 13, pranzo con specialità toscane (20 euro adulti e 10 per i ragazzi). Per prenotare telefonare al circolo “Gni Gni” 055.8949945.
Sarà presente una postazione dell’Associazione Noi per Voi con i nuovi regali di solidarietà per il prossimo Natale, come i biglietti di auguri, alcuni gadget, libri e l’anteprima delle bomboniere.

“La speranza l’è l’ultima a morire”, si ride in vernacolo per beneficenza il 24 aprile al Teatro Dante di Campi Bisenzio

22 aprile 2009

Uno spettacolo per fare solidarietà e sostenere l’associazione Noi per Voi. Venerdì 24 aprile alle 21.00 il teatro Dante di Campi Bisenzio ospiterà la compagnia “De gli attoracci” con lo spettacolo “La speranza … l’è l’ultima a morire”, commedia brillante in tre atti in vernacolo fiorentino tratta dall’omonimo testo di Antonella Zucchini.
L’ingresso è libero, senza prenotazione dei posti, e le offerte raccolte durante la serata saranno devolute alla Noi per Voi per il Meyer Onlus per finanziare la ricerca sui tumori cerebrali infantili.
L’associazione Noi per Voi per il Meyer Onlus è una associazione di genitori, contro le leucemie e tumori infantili, nata nel 1988. La finalità è quella di promuovere e sostenere lo sviluppo della ricerca scientifica, migliorare la cura e l’assistenza ai piccoli pazienti affetti da patologie emato-oncologiche, assistere le famiglie dei malati.
E possibile contribuire anche attraverso il 5 per mille dell Irpef. Per informazioni: www.noipervoi.org, il codice fiscale da indicare nella dichiarazione dei redditi è 94022050481.

Inceneritore di Montale, è allarme diossine nei campioni prelevati dagli animali

19 marzo 2009

Riporto questa notizia, che ancora una volta pone seri dubbi sulla tanto decantata innocuità degli inceneritori. Nonostante l’Istituto Zooprofilattico Ambientale e la Asl tendano a minimizzare questi riscontri con le solite considerazioni di rito, i primi risultati delle indagini condotte dalle aziende sanitarie in seguito allo sforamento nelle emissioni di diossine dell’inceneritore di Montale nel 2007, hanno rivelato diossine e Pcb in concentrazioni ‘elevate’, in alcuni campioni prelevati da animali non destinati alla commercializzazione. Resta sempre quindi, questo “ragionevole dubbio” che dovrebbe imporre una “discreta dose di prudenza” nel voler per forza considerare questa come la migliore pratica di smaltimento dei rifiuti, specie se inserita in un contesto di alta concentrazione abitativa e soprattutto in un’area già seriamente compromessa dal punto di vista ambientale. A voi la lettura e le ovvie considerazioni ..

inceneritoremontalePistoia, 19 marzo 2009 – Diossine e Pcb (policlorobifenili) in concentrazioni ‘significativamente elevate’ sono state rilevate in alcuni campioni prelevati da animali “non destinati alla commercializzazione (indicatori biologici e non alimenti in senso stretto), cresciuti in ambiente libero e pertanto potenzialmente esposti a fonti ambientali e alimentari anche non conosciute”. Questo comunica l’Asl 3 di Pistoia a proposito dei primi risultati delle indagini condotte dalle aziende sanitarie in seguito allo sforamento nelle emissioni di diossine ’inceneritore di Montale nel 2007. Secondo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che ha effettuato le analisi sulle matrici biologiche “i livelli riscontrati sono da attribuire a più fonti ambientali, senza poter escludere l’inceneritore di Montale, che però, secondo l’Istituto, avrebbe contribuito in misura minoritaria alla determinazione dei livelli di inquinanti rilevati”. L’Asl informa che a fronte della valutazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “è stata attivata un’analisi sistematica di tutte le potenziali fonti ambientali di Pcb e di Diossine attuali e pregresse nelle zone interessate, compresa una rivalutazione critica delle indagini analitiche ambientali già disponibili ed originariamente effettuate anche per finalità diverse”. Si faranno inoltre ricerche di Pcb e di diossine in varie matrici, in particolare in sedimenti di acque superficiali o freatiche, da cui potrebbero provenire gli inquinanti trovati negli animali. L’Asl ha anche comunicato i primi risultati delle indagini epidemiologiche sulla popolazione.
“L’andamento della mortalità nei comuni di Agliana, Montale e Montemurlo – comunica l’Asl 3 – esaminata con particolare attenzione alle cause ambiente correlate, non si discosta da quella riscontrata nelle altre province della regione Toscana se non per alcune patologie come il tumore allo stomaco nei maschi e il diabete nelle femmine, che mostrano valori più elevati”. L’Asl fa notare che la scarsa numerosità dei casi nel periodo osservato (dal 1971 al 2006) non consente di stabilire una possibile relazione tra esposizione ambientale e stato di salute. Si impone pertanto, secondo l’Asl, uno studio specifico su tutti i singoli casi (permanenza nel territorio, familiarità eccetera). L’Asl è impegnata “a valutare ogni nuovo caso di malattia tumorale per la quale sia ipotizzabile una possibile correlazione ambientale coinvolgendo in questo progetto anche i medici di famiglia della zona e l’ordine dei medici”. Le analisi dell’Asl proseguiranno “mirati non solo all’impianto di incenerimento ma anche e soprattutto su tutte le altre fonti inquinanti che emergono dalla relazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale”. Le valutazioni dell’Istituto e le indagini epidemiologiche sono state trasmesse al coordinatore del tavolo istituzionale sull’inceneritore l’assessore provinciale Giovanni Romiti.
Fonte La Nazione Pistoia di Giacomo Bini

“Crescere Senza Confini 2008” con la Fondazione CURE2Childern Onlus

26 settembre 2008

Riporto con piacere questa brillante iniziativa a favore della Fondazione Cure2Children, che quest’anno si sposta da Lastra a Signa a Siena nei giorni di sabato 27 e domenica 28 settembre 2008. Anche se fuori tema di territorio campigiano, ritengo importantissima la divulgazione di questo evento.

Cure2Children si propone di dare un contributo alla cura di bambini con tumori, leucemia ed altre malattie gravi ed a sostenere le loro famiglie in realtà a basso reddito. L’acronimo “Cure2Children”, ovvero “la cura ai bambini”, è stato scelto proprio a significare che l’obbiettivo è quello di migliorare l’assistenza nei paesi di origine contribuendo alla crescita ed alla autonomia dei centri locali e non al flusso di pazienti verso i paesi più ricchi.
Ogni anno al mondo circa mezzo milione di bambini si ammalano di tumore o leucemia ed altre malattie ematologiche gravi come talassemia ed anemia falciforme. Oltre l’80% di questi non ha accesso ad una terapia appropriata. Circa il 70% di questi bambini viene guarito nel mondo occidentale mentre nei paesi in via di sviluppo la capacità di cura è sotto il 30% e queste patologie sono responsabili di circa il 5-10% della mortalità infantile da malattia (nei paesi sviluppati è il 25-30%). La crescita economica e tecnologica ha determinato in molte realtà in via di sviluppo una crescente attenzione alle malattie suddette, tradizionalmente considerate non-prioritarie ed allo stesso tempo, le nuove tecnologie di informazione e comunicazione stanno favorendo lo sviluppo di progetti concreti di collaborazione in grado di salvare molte vite e migliorare la cooperazione fra i popoli. Tramite una gestione delle risorse trasparente e tracciabile, C2C offre sostegno economico, consulenza professionale, aggiornamento scientifico, borse di studio, strumenti informatici, farmaci, attrezzature, ecc…, di fatto, tutto quello che può servire perché bambini e famiglie senza i mezzi necessari possano ricevere un’assistenza adeguata nel loro paese. C2C vorrebbe inoltre contribuire all’eliminazione delle barriere geografiche, finanziarie e culturali fra i professionisti dedicati all’oncoematologia pediatrica. I caratteri che contraddistinguono C2C sono la collaborazione genitori-professionisti, agilità ed autonomia, forte componente informatica di supporto alle finalità della Fondazione e di gestione trasparente e tracciabile delle risorse. Oltre alla particolare enfasi su reti e rapporti di collaborazione secondo principi, visione e obbiettivi chiari, aperti e condivisi.

I Progetti di C2C ed il loro stato di avanzamento : cooperazione per la cura di bambini con talassemia major in Pakistan. La talassemia major è la malattia genetica mortale più frequente al mondo, solamente in Pakistan nascono circa 5.000 nuovi bambini l’anno la gran parte dei quali curabili nel loro paese. La nostra fondazione ha avviato un progetto grazie al quale questi bambini possono accedere al trapianto di midollo nel loro paese e la loro famiglia trovare un supporto per tutta la durata del trattamento. Questo progetto, sostenuto principalmente dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, si pone l’obbiettivo di offrire cura e prevenzione di questa malattia che incide in modo significativo sulla mortalità infantile in Pakistan. Il passo successivo è quello di estendere ad un numero crescente di istituzioni locali la capacità di offrire un’assistenza appropriata tramite formazione e presenza diretta di professionisti italiani e stranieri esperti del settore del trapianto di midollo. Ai parenti di primo grado dei bambini candidati al trapianto sarà offerto lo screening per lo stato di portatore.
Supporto alla cura dei bambini del Kosovo.
Promozione di strumenti informatici open source per progetti sanitari.
Programmi per il supporto della famiglia.

Nulla è più importante di guarire un bambino. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di investire su valori fondamentali comuni a tutte le culture e religioni, la Fondazione Cure2Children spera di poter dare un contributo significativo alla cooperazione internazionale per la cura dei bambini con tumori e malattie gravi del sangue. Favorire la collaborazione fra istituzioni e professionisti di realtà diverse accomunate dall’obbiettivo di salvare la vita ai bambini è importante per tutti.

Volantino/Rivista C2C della manifestazione in formato PDF (3.455 Kb)

Fondazione Cure2Children
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Dona 500 punti spesa al Meyer con la Coop

29 agosto 2008

Con la tua donazione darai una speranza di vita

La sezione Soci Coop di Campi Bisenzio, rilancia una iniziativa pensata da Unicoop Firenze e la Fondazione Meyer per sostenere economicamente la realizzazione della Camera bianca, un laboratorio realizzato dall’Ospedale Meyer di Firenze per lo studio e la ricerca di cellule staminali da impiegare nel trapianto di midollo per la cura di tumori e leucemie, nella medicina ricostruttiva per riprodurre il tessuto osseo – cartilagineo, adiposo e nervoso, nelle terapie delle malattie metaboliche e neurologiche e nelle terapie di gravi malattie autoimmuni. Tutti i Soci della Coop Unicoop Firenze attraverso la tesserina di Socio possono donare 500 punti accumulati e corrispondenti ad un valore di 5 euro, alla Fondazione Meyer. Per ogni donazione Unicoop Firenze verserà alla Fondazione 20 euro. La campagna parte in questi giorni e proseguirà fino a marzo 2009. La sezione soci Coop di Campi si è prefissa di raggiungere un obbiettivo: donare al Meyer un 1.000.000 di punti. Confidiamo enormemente sulla sensibilità, sull’altruismo e lo spirito solidale dei campigiani, pregi, già ampiamente dimostrati in tante altre occasioni nel passato.
Noi ce la metteremo tutta, ma non sarà sufficiente.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Vi chiediamo di fare il passa parola, di coinvolgere tanta altra gente e portare almeno una persona a donare i punti. Vi saremo grati noi ma sopratutto tanti bambini che sono ansiosi di vincere la sfida per la vita.
E’ nostra intenzione fare un percorso di approfondimento della Camera Bianca e di conoscenza del Meyer, invitando a Campi Bisenzio medici, ricercatori e organizzando delle visite all’Ospedale. Concluderemo il percorso con una bella festa con tutti coloro che avranno contribuito a dare speranza a chi ne ha bisogno.
Partecipate! In tanti! Grazie
Il Consiglio della Sezione
Soci Coop di Campi Bisenzio