Beni architettonici a Campi

Rocca Strozzi

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La Rocca Strozzi è l’edificio simbolo della città di Campi Bisenzio. Sorge sulla riva destra del fiume Bisenzio, nei pressi del ponte che collega il centro storico con i quartieri occidentali. È una costruzione in laterizi a base quadrangolare, con un torrione angolare e fornita di suggestivi camminatoi di ronda.

La prima Rocca fu costruita dalla famiglia Mazzinghi, feudataria del castello di Campi, nell’XI secolo e fu distrutta dai Ghibellini dopo la battaglia di Montaperti (1260) per vendetta contro i guelfi Mazzinghi. La fortezza fu poi ricostruita nel 1376 dalla Repubblica Fiorentina, per assicurare una maggiore difesa al castello di Campi che nei decenni precedenti era stato assalito diverse volte dai nemici di Firenze.

L’importanza militare della Rocca venne meno nel Cinquecento e, acquistata dalla famiglia Strozzi che qui aveva molti possedimenti, fu trasformata in fattoria. Ulteriori modifiche furono effettuate nel XIX secolo e per qualche decennio tra il XIX ed il XX secolo ospitò anche la locale caserma dei Carabinieri. Qualche anno fa la proprietà della Rocca è passata allo Stato, quando gli eredi dell’ultimo Strozzi l’hanno ceduta come pagamento delle tasse di successione; di fronte alle voci di possibili speculazioni, l’amministrazione comunale si è attivata per il passaggio di proprietà a suo favore e, ottenutolo dopo non poche difficoltà, ha da qualche tempo iniziato un complesso restauro del castello, che tra qualche anno sarà di nuovo a disposizione dei campigiani e per il quale si è pensato ad una destinazione museale. Ulteriori informazioni storiche e foto

Palazzo Spartaco Conti

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Il Palazzo Spartaco Conti, intitolato ad un politico antifascista e sindaco della città dal 1946 al 1956, si trova nel centro storico di Campi Bisenzio, accanto alla Pieve di Santo Stefano. L’elegante edificio, recentemente restaurato, conserva diversi stemmi (copie; gli originali sono stati ricollocati nel Palazzo Comunale) dei vari podestà che vi soggiornarono, tra i quali Francesco Ferrucci (Podestà di Campi nel 1523) ed è sormontato da un orologio a vela con una piccola campana, rimesso in funzione da qualche anno. Fino al 1939 il palazzo ospitava anche un affresco trecentesco, anch’esso poi spostato nel nuovo municipio.

Di origine trecentesca, il palazzo nacque come sede del Podestà e fu poi anche sede di un ospedale, smantellato nel XVIII secolo ed infine del municipio. Nel 1939, essendo divenuto troppo piccolo il palazzo per ospitare gli uffici comunali ed andato fallito un tentativo di ingrandimento (il Pievano si rifiutò di vendere il chiostro della Pieve) fu stabilito il trasferimento del municipio nel Palazzo Benini, che fino a pochi anni prima aveva ospitato le scuole comunali.

Il palazzo fu allora ceduto alla Gioventù italiana del littorio; nel dopoguerra fu sede della Democrazia Cristiana locale e di una farmacia. Dal 1977 al 1998 fu sede della Biblioteca Comunale; oggi ospita alcuni uffici municipali.

Villa il Palagio

La villa “Il Palagio” si trova a Campi Bisenzio, nel quartiere di San Lorenzo. Attestata già nel XVI secolo come possedimento degli Strozzi, fu poi ricostruita nelle forme attuali nel XVIII secolo. Dopo diversi passaggi di proprietà, la villa fu acquistata dalla famiglia Melchior, la cui ultima discendente la lasciò per testamento alla Misericordia locale, che ne ha curato un accurato e sapiente restauro. Il Palagio è tra le ville meglio conservate del territorio ed è immersa in un monumentale parco, circondato da un canale delimitante la proprietà della villa. Una delle grandi porte in legno proviene dalla facciata di Santa Maria del Fiore.

Oggi la villa ospita una scuola materna e Casa Diletta, una struttura ricettiva creata dalla Misericordia per ospitare i parenti dei ricoverati di fuori zona negli ospedali fiorentini.

Villa Montalvo

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La Villa alla Marina o Villa Montalvo si trova alla periferia di Campi Bisenzio, nei pressi della confluenza del torrente Marina nel fiume Bisenzio. La villa, di origine trecentesca, fu sottoposta a rifacimenti nei secoli XVII e XVIII ed ad un curato restauro alla fine del XX, che le ha reso l’antico splendore e ne ha permesso la trasformazione in centro polifunzionale.

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La struttura del complesso si compone di due corpi quadrangolari, una cappella ed una limonaia, circondati da due giardini storici e collocati nel complesso del Parco Urbano che prende il nome dalla villa stessa. Nel giardino sono presenti una magnolia ed un platano plurisecolari, oltre ad un pozzo in pietra serena di pregevole fattura. La cappella (1719) è dedicata a Sant’Andrea da Avellino e ospita all’interno la tomba di Felice Matteucci.

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La villa conobbe nei suoi secoli di vita numerosi passaggi di proprietà: fu in principio della nobile famiglia fiorentina dei Tornaquinci (poi Tornabuoni) dagli inizi del XIV secolo; nei primi anni del secolo successivo fu acquistata dai Del Sodo ed intorno al 1460 passò agli Spinelli, ricchi mercanti fiorentini. Nel 1534 la villa passò ad un ramo cadetto dei Medici e qui dimorò anche Alessandro, il futuro Papa Leone XI che iniziò la sua carriera ecclesiastica come Pievano di Santo Stefano a Campi. Nel 1570 la proprietà passo alla nobile famiglia spagnola dei Ramirez de Montalvo, giunti a Firenze al seguito di Eleonora di Toledo, che ne mantennero la proprietà fino al 1838, quando la famiglia si estinse: l’ultima Montalvo, Giulia, sposò un giovane ingegnere lucchese, Felice Matteucci, che doveva poi inventare il motore a scoppio assieme ad Eugenio Barsanti. Nel 1921 gli eredi Matteucci vendettero la villa al proprio fattore, Giovanni Fratini, che fece incrementare notevolmente le attività agricole della villa, ormai ridotta a fattoria di campagna. Nel 1941 Fratini vendette la fattoria ad un industriale milanese, Walter Pauly; nel 1974 fu poi ceduta ad una multinazionale e nel 1984 comperata dal comune.

Oggi, terminato l’accurato restauro, la Villa ospita la Biblioteca Comunale, l’Archivio Storico del comune ed alcuni uffici municipali e viene spesso utilizzata come sede di rapprsentanza del comune in eventi importanti. La Limonaia è usata per convegni, manifestazioni ed altri eventi culturali da parte dell’amministrazione comunale e delle associazioni del territorio.

Villa Rucellai

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La Villa Rucellai o Villa Il Pratello si trova nel centro storico di Campi Bisenzio. L’edificio, originario del XV secolo, fu da sempre di proprietà della nobile famiglia fiorentina dei Rucellai, che fu sempre particolarmente legata alla storia campigiana. La costruzione quattrocentesca, che a sua volta era stata edificata su un vecchio edificio del XIII secolo (di cui si conservano una torre ed un arco) fu poi ristrutturata ed abbellita a fine del XVIII secolo. (Nella fotosotto, Madonna con bambino in terracotta posta sul muro del parco di villa rucellai).

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La villa è stata acquistata alcuni anni fa dall’amministrazione comunale e, sottoposta ad un completo restauro, è oggi destinata ad ospitare gli uffici della segreteria del sindaco, della presidenza del consiglio comunale e dei gruppi consiliari, oltre che ad essere prestigiosa sede di rappresentanza del comune e di numerosi eventi culturali. La villa è circondata da un bellissimo parco, anch’esso recuperato e aperto al pubblico.

Palazzo Benini

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Il Palazzo Benini, chiamato così dal nome di un’importante famiglia campigiana che ne fu proprietaria, ospita oggi una parte degli uffici comunali.

L’edificio, costruito nella prima metà del XIX secolo, appartenne alla famiglia Benini fino al 1867 quando fu venduto al comune che lo trasformò in edificio scolastico. Il palazzo rimase destinato a questa destinazione fino al 1935, quando le scuole comunali furono trasferite nel nuovo edificio di Viale Firenze (oggi Viale Buozzi). Rimasto disabitato per alcuni anni, il Palazzo Benini fu poi scelto come nuova sede del municipio nel 1939, dopo che era fallito un tentativo di allargare gli spazi della vecchia sede, oggi Palazzo Spartaco Conti. In questa occasione la nuova sede comunale venne abbellita con un affresco trecentesco, raffigurante l’Annunciazione, tolto dal vecchio municipio e collocato in una sala usata fino agli anni ottanta del XX secolo per le riunioni del consiglio comunale.

Il 2 settembre 1944 la piazza antistante il Palazzo Comunale fu teatro di una terribile strage, causata da un colpo di artiglieria lanciato dai tedeschi in fuga sulla popolazione festeggiante l’arrivo dei soldati americani in paese.

Negli anni ottanta del XX secolo il Palazzo Benini fu sottoposto ad un accurato restauro generale, che vide tra l’altro la copertura del cortile interno con un gradevole lucernario e la collocazione nello stesso di alcuni stemmi provenienti dalla facciata del vecchio municipio. In questa occasione fu anche decisa la costruzione di una nuova sala consiliare, essendo oramai insufficiente la vecchia per l’accresciuto numero dei consiglieri comunali. La nuova sala, progettata dell’architetto Marco Dezzi Bardeschi, fu costruita tra il 1987 ed il 1993 al posto della vecchia costruzione accanto al municipio. Il progetto destò in principio notevoli perplessità e critiche nella cittadinanza, a causa dell’indubbia originalità che mostrava un edificio moderno, realizzato con mattoni a vista, con design ricordante una vecchia fabbrica, poggiante su pilastri d’acciaio e sovrastante la facciata del vecchio edificio.

La sala consiliare, dedicata a Sandro Pertini, è oggi impreziosita da un affresco del maestro Antonio Manzi, che ha pure realizzato un affresco dedicato alla battaglia di Valibona nel lucernario del palazzo comunale.

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Sala consiliare

Teatro Dante

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Il Teatro Dante si trova nel centro della città di Campi Bisenzio, proprio di fronte al Palazzo Comunale, nella piazza dedicata anch’essa al grande poeta fiorentino.

Il teatro nacque intorno al 1870, quando l’amministrazione comunale del tempo si dichiarò disposta a cedere a titolo gratuito un lotto dei terreni acquistati dalla famiglia Benini ad una società che si fosse impegnata alla costruzione di un teatro. La cittadina non aveva mai avuto una simile struttura, salvo una piccola costruzione in legname che doveva trovarsi dove ora sorge la Sala Consiliare e questa mancanza era particolarmente sentita negli anni del massimo splendore della musica lirica italiana.

Nel 1871 alcuni cittadini benestanti campigiani, sotto l’egida del conte Giovanni Rucellai, si unirono per fondare l’Accademia dei Perseveranti, una società avente come scopo la costruzione del teatro e di cui furono vendute rapidamente le azioni. Il comune, aderendo all’iniziativa, volle assicurarsi il “palco reale” per le proprie manifestazioni. Il progetto dell’opera fu affidato all’architetto campigiano Mariano Falcini che rispolverò un suo vecchio progetto per un teatro di Alessandria d’Egitto. La costruzione procedette comunque rapida ed il teatro venne inaugurato già nel 1873.

Il Teatro Dante si fece ben presto un’ottima reputazione tra i teatri della Toscana per la qualità delle rappresentazioni e degli artisti che vi calcavano le scene, tanto che Campi venne soprannominata “la piccola Parma” e il suo pubblico di appassionati era noto per la sua esigenza: rimasero celebri alcune contestazioni verso artisti che non ne avevano soddisfatto le aspettative (addirittura un cantante fu rincorso fino a Peretola). Sulle scene del Dante fecero il loro debutto alcuni cantanti lirici campigiani destinati a fulgide carriere nei maggiori teatri italiani ed esteri come il tenore Gino Fratesi, il basso Ugo Novelli e il baritono Rolando Panerai.

Il teatro si conservò nelle sue forme originali, con la classica struttura ottocentesca a palchi, fino al 1938, quando fu sottoposto ad alcune modifiche atte a permetterne l’uso anche come sala cinematografica. Nel 1952 il teatro venne sottoposto ad un vero e proprio scempio, che portò alla distruzione dei palchi e degli arredi interni ed alla sua trasformazione in semplice cinema. Da questa data, dell’originaria costruzione rimase solo la facciata.

La carriera del cinema Dante durò fino agli anni settanta del XX secolo, quando con la crisi del cinema esso vide sempre di più la propria programmazione dedicata ai film a luci rosse; alla fine degli anni ottanta l’amministrazione comunale cercò di risollevarne le sorti impegnandosi a favorire la proiezione di prime visioni ma senza successo. Il cinema chiuse così i battenti e rimase in stato di abbandono fino alla fine del secolo, quando fu acquistato dall’amministrazione comunale per essere restaurato e riportato agli antichi splendori.

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Fu elaborato un progetto di ripristino molto moderno e iniziati i lavori, terminati ad inizio 2007. L’amministrazione comunale, che ha ideato e lanciato la vendita di azioni ai cittadini per finanziare il restauro, ha recentemente nominato Alessandro Benvenuti come direttore artistico del teatro, la cui riapertura è avvenuta il 9 febbraio 2007.

Le Mura Medievali

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Le Mura medievali del castello di Campi risalgono agli anni 1387-1389, quando la Repubblica Fiorentina decise di rafforzare il sistema difensivo della roccaforte, che nei decenni precedenti era stata spesso assalita dai nemici della città. La cerchia muraria si estendeva, oltre che nei due tratti ancora esistenti lungo il Bisenzio e Via Don Minzoni, anche in tratto a sud corrispondente all’incirca all’attuale Via Garibaldi e in un uno ad est, forse dove ora ci sono le vie Sestini e Rucellai. Il castello contava quattro mura, note come Porta Fiorentina (ad est); Porta Santo Stefano o “La Portaccia” a nord; Porta Pratese (ad est) e “La Porticciola” a sud.

Le mura di Campi persero la loro importanza militare già nel Cinquecento e intorno al 1552 furono segnalati i primi crolli, dovuti all’abbandono della manutenzione. Nel 1832, per favorire l’espansione edilizia del capoluogo, fu decisa la demolizione dei tratti a sud ed ad ovest; nel 1909 si pensò anche alla demolizione del tratto nord, operazione non effettuata per alcuni contrattempi dovuti alla presenza della zona del vecchio cimitero e per l’opposizione di alcuni consiglieri comunali, sensibili alla loro conservazione. Nel 1912, in occasione dell’esumazione del vecchio cimitero e della sua trasformazione in giardino pubblico, fu aperta la porta che collega oggi Via Alfredo Catalani con Via Don Minzoni.

Il piazzale antistante divenne poi “Parco della Rimembranza” in epoca fascista e fu adornato con una statua di un Balilla, opera di Giuseppe Cioni, distrutta all’indomani del 25 luglio 1943. Nel dopoguerra l’area fu mantenuta a giardino pubblico; recentemente sia le mura che il giardino sono stati sottoposti ad un accurato restauro, che ha visto anche lo spostamento nell’area del Monumento ai Caduti proveniente dalla vicina Piazza Matteotti.

Mulino di San Moro

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Il Mulino di San Moro, chiamato così dalla versione dialettale del nome della vicina San Mauro a Signa si trova nella frazione di San Donnino, poco lontano dal confine comunale con Signa, alla confluenza del Fosso Macinante nel Bisenzio.

Il mulino risale al XVII secolo ed è l’unico esemplare rimasto dei numerosi che un tempo erano presenti lungo il Fosso Macinante e conserva ancora oggi, nonostante il cattivo stato di conservazione, l’apparato macinante ed altri particolari architettonici.

L’edificio, sebbene ubicato sul comune di Campi Bisenzio, appartiene al comune di Firenze.

Villa Viviani della Robbia (L’Olmo)

Quattrocentesca villa posta sull’omonima via alla confluenza delle strade per Signa all’interno di una vasta area edificata che conserva le linee originali. Di semplice architettura, con giardino di impostazione ottocentesca, il complesso della villa è composto da differenti parti di epoche diverse, la limonaia, le abitazioni custode e dei lavoranti, la villa vera e propria e una cappella attigua detta “il Chiesino”. Il complesso è oggi in stato di abbandono con addirittura parti pericolanti.

Villa Sarri

La Villa Sarri di Campi Bisenzio è situata al centro di una vasta tenuta agricola denominata “Fornello” ed ubicata a Nord del paese di Campi in una località compresa fra il fiume Bisenzio, il torrente Marina ed il confine settentrionale del comune di Campi con il comune di Calenzano. Villa cinquecentesca, corpo centrale del complesso “il Fornello”, si presenta in completo stato di degrado. Il portone principale di ingresso introduce in un cortile con con braccio porticato costituito da colonne a copertura lignea di fattura rinascimentale. Dal cortile si entra in un ampio vestibolo dal quale, attraverso un corridoio voltato a botte, decorato a finto cassettonato, si arriva direttamente al giardino retrostante. Quasi tutti gli ambienti hanno pregevoli decorazioni neoclassiche. Tra questi ricordo il vasto salone al piano terra con soffitto voltato, dipinto a motivi geometrici e pregevoli riquadri murali con scene di paesaggio. Un’altra sala al piano terra, presenta piccole decorazioni in terra rossa, disposte nelle parti superiori delle pareti, con motivi naturalistici che ricordano i paesaggi dipinti sulle porcellane della vicina manifattura Ginori.

Villa Bargigli

E’ una villa molto bella dai pregievoli tratti architettonici e dall’uso della pietra con elementi decorativi, fortemente degradata dall’insediamento di strutture produttive ha subito una progressiva decadenza.

Fonte : Wikipedia + varia documentazione