Antonio Manzi realizzerà un’opera per ricordare la memoria di Tosca Fiesoli

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Il maestro Antonio Manzi realizzerà una scultura per commemorare la persona di Tosca Fiesoli, una giovane campigiana che venne barbaramente trucidata dai nazisti nel 1944. L’opera rientra nel progetto “Storia e memoria .. quelli che non sanno ricordare il passato, sono condannati a ripeterlo” ed è finanziato con fondi europei (di cui 10.450 sostenuti dall’amministrazione comunale), in occasione del 15 aprile. La posizione in cui verrà collocata l’opera è all’altezza del numero civico 15 di Via San Lorenzo, nel luogo in cui la ragazza venne uccisa. L’artista Manzi da anni collabora con il comune di Campi, pur essendo residente a Lastra Signa ed ha già realizzato numerose opere presenti sul territorio campigiano, oltre a quelle esposte nel Museo allestito a Villa Rucellai.

Tosca Fiesoli, nasce a Campi Bisenzio nel 1909 da una famiglia di mezzadri originaria di Poggio a Caiano, era una bella ragazza molto impegnata nell’associazionismo di stampo cattolico. Nella notte del 7 agosto 1944 un soldato tedesco fece irruzione nella casa dei Fiesoli e, vista Tosca, le intimò di seguirlo. La ragazza, forse cosciente del pericolo, si levò la propria catenina e la consegnò ad una cugina, seguendo poi il soldato. Passarono pochi minuti ed i parenti di Tosca udirono due colpi di arma da fuoco nella strada; accorsi, trovarono il corpo della giovane straziato ed abbandonato in una fossa. La ragazza si era difesa dal tentativo di violenza fino all’estremo e la sua resistenza aveva scatenato l’ira del soldato, che si era accanito in maniera bestiale sul corpo. Il cadavere della povera ragazza fu composto e portato nella casa della famiglia.
La mattina dopo due parroci, il pievano Don Pietro Santoni e il priore di San Lorenzo Don Ottavio Conti, ebbero il coraggio di andare al locale comando tedesco a denunciare il macabro assassinio. Su questi fatti le autorità tedesche erano quasi sempre “serie” ed il locale comando aprì un’indagine che in poco tempo portò alla scoperta del colpevole, un soldato diciannovenne che pare avesse commesso un delitto simile anche nel Lazio. Il soldato fu condannato alla fucilazione ed, in attesa di essere portato a Prato per l’esecuzione, fu legato ad una sedia collocata davanti al cadavere di Tosca. Non si è mai avuta la certezza assoluta della fucilazione del soldato, anche se va detto che da questo punto di vista la Wehrmacht era quasi sempre inflessibile e non aveva riguardi per i propri soldati ritenuti colpevoli. Nel dopoguerra, nel luogo del martirio di Tosca fu posta una lapide (oggi in Via San Lorenzo) e nel 1945 l’amministrazione comunale dedicò una strada alla sua memoria, cambiando il nome a Via San Giorgio.

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