Le Chiese di Campi

Il Vicariato di Campi Bisenzio fa parte dell’Arcidiocesi di Firenze e comprende attualmente nove parrocchie. Il suo territorio confina con i vicariati di Sesto Fiorentino-Calenzano; Firenze Porta a Prato; Scandicci; Le Signe e con la Diocesi di Prato; esso non corrisponde del tutto col territorio comunale, dato che in esso sono comprese quelle parti delle parrocchie di San Piero a Ponti e San Cresci che sono sul territorio del comune di Signa e non è compresa all’inverso la parte della parrocchia di Sant’Angelo a Lecore che appartiene al comune di Campi Bisenzio. La chiesa principale e sede del vicario arcivescovile è la Pieve di Santo Stefano a Campi; a differenza di un tempo, quando essa ed il suo titolare disponevano di alcuni privilegi come l’esclusiva del fonte battesimale, oggi al Vicario spettano solo compiti generali amministrativi e di coordinamento.

Attualmente le parrocchie del vicariato sono:

  • Santo Stefano a Campi (Pieve)
  • SS Quirico e Giulitta a Capalle (Propositura)
  • SS Lorenzo e Martino a Campi (Prioria)
  • Santa Maria a Campi (Prioria)
  • San Piero a Ponti a Campi (Prioria)
  • San Donnino a Campi (Prioria)
  • Sant’Andrea a San Donnino (Prioria)
  • San Cresci a Campi
  • Sacro Cuore a Campi

NB: le parrocchie di Sant’Andrea e San Donnino sono unite nello stesso parroco.

Rispetto al passato, il Vicariato di Campi ha subito diverse trasformazioni; in origine esso era composto soltanto dalla Pieve e dalle suffraganee di San Lorenzo, San Martino, Santa Maria, San Cresci, San Piero a Ponti e San Giusto. La parrocchia di Capalle, in quanto Propositura, aveva uno status speciale che la rendeva direttamente sottoposta all’arcivescovo fiorentino e sarebbe stata aggiunta al vicariato solo nella seconda metà del XX secolo. La parrocchia di San Giusto scomparve per ragioni misteriose nel XVII secolo, quando i suoi abitanti iniziarono ad essere annoverati in quella di San Cresci. Nel XX secolo furono aggiunte le due parrocchie di San Donnino, già facenti parte del Vicariato di Brozzi (soppresso assieme al comune) e la nuova parrocchia del Sacro Cuore, distaccata dalla Pieve. Negli anni novanta del XX secolo la parrocchia di San Martino è stata annessa a quella di San Lorenzo, che ha assunto così il nome di SS Lorenzo e Martino a Campi.

Nel territorio vicariale sono presenti anche alcune chiese ed oratori non parrocchiali e alcune cappelle private; fa parte inoltre del vicariato la Chiesa dell’Autostrada del Sole, che dal punto di vista ecclesiastico dal punto di vista ecclesiastico è una Rettoria dipendente dalla Pieve di Santo Stefano.

Pieve di Santo Stefano

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La Pieve di Santo Stefano a Campi è la chiesa principale del comune di Campi Bisenzio e del suo Vicariato Ecclesiastico. La chiesa è di antichissima origine: sebbene alcuni storici abbiano fissato la sua fondazione al 420, molto probabilmente la sua costruzione è databile intorno al 930. Nonostante la sua storia più che millenaria, la Pieve conserva davvero poco del suo aspetto originario, mantenendo solo la pianta romanica a tre navate: ciò è dovuto sia ad alcuni eventi storici (come il terribile saccheggio con incendio del 1512 per opera delle truppe spagnole) che ad una serie di restauri e modifiche non sempre felici che l’hanno trasformata nei secoli. Nel XVIII secolo fu rifatta la facciata, di cattiva qualità; nel 1813 la Pieve fu sottoposta ad un infelice restauro neoclassico su progetto di Giuseppe Valentini;dal 1878 al 1892, anno della sua morte, in questa chiesa fu pievano Giotto Ulivi ; nel 1897 l’allora Pievano Giuseppe Giondini cercò di riportare la Pieve all’aspetto originario con un successivo restauro; nel 1938 fu abbattuta la brutta facciata settecentesca, sostituita dall’attuale, non eccelsa e con forme legate all’architettura littoria, opera di Pietro Sanpaolesi. L’ultimo restauro, fortemente voluto dal Pievano Francesco Socci, si è svolto alla fine del XX secolo ed ha visto un restauro generale di tutta la Chiesa, compresi i locali non strettamente dediti al culto e il bel chiostro, ora aperto sulla Piazza dopo l’abbattimento della fontana di epoca fascista.

Nonostante le numerose vicissitudini, la Pieve di Santo Stefano conserva un considerevole patrimonio artistico, tra cui:

  • Annunciazione di Paolo Schiavo (XV secolo)
  • Madonna con Bambino e Santi (intorno al 1475), per lungo tempo attribuita a Filippo Lippi ed ora a Francesco Botticini, collaboratore del Verrocchio
  • Annunciazione di Raffaellino del Garbo (1513), nel Teatro Parrocchiale
  • Una statua in maiolica invetriata raffigurante San Giovanni Battista (inizi XVI secolo), della bottega di Giovanni Della Robbia
  • Due acquasantiere; la prima datata 1478 ed una degli inizi del XVII secolo

Sono presenti inoltre diversi arredi sacri come calici, ostensori, turiboli, candelabri ed un piviale del XV secolo. L’oggetto sicuramente più noto è però il bellissimo Crocifisso ligneo del XIV secolo, da sempre venerato dalla popolazione campigiana ed a cui si attribuiscono poteri miracolosi (foto sotto).

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In passato il Crocifisso era celato da una mantellina e veniva esposto al pubblico, assieme agli ex voto, solo per la settimana della festa di Cristo Re e in particolari occasioni (siccità prolungate, cattivi raccolti, condizioni atmosferiche negative etc…); da qualche anno, per iniziativa dell’ex Pievano Francesco Socci, l’opera è sempre visibile al pubblico.

Chiesa del Sacro Cuore

La chiesa del Sacro Cuore è la più recente delle chiese parrocchiali di Campi Bisenzio. La parrocchia del Sacro Cuore nacque negli anni ’70 del XX secolo in seguito al boom edilizio della città, che aveva accresciuto notevolmente il popolo di Santo Stefano a Campi, quando si decise la creazione di una nuova parrocchia nella sua parte orientale.

In un primo tempo le funzioni vennero celebrate in una chiesa prefabbricata situata nell’uimo tratto del Viale Bruno Buozzi ma il primo titolare della nuova parrocchia, l’attivissimo Don Bruno Verdiani, si diede subito da fare per costruire una vera e propria chiesa.

I lavori per la nuova chiesa, progettata e realizzata in uno stile moderno e funzionale, iniziarono nel 1981 e furono terminati nel 1985.

Chiesa di Santa Maria

Santa Maria a Campi è la chiesa parrocchiale dell’omonimo quartiere, situato nella parte occidentale del comune, oltre il fiume Bisenzio.

Le origini della chiesa datano al XI secolo, anche se di tale antichità restano pochissime tracce, a causa dei numerosi rifacimenti a cui il primitivo edificio fu sottoposto e per le vicende storiche, tanto che nel XIV secolo, dopo alcuni saccheggi e devastazioni, l’edificio fu ricostruito in un’altra collocazione.

Santa Maria a Campi conserva al suo interno diverse testimonianze artistiche di buon pregio come una Madonna con Bambino e Santi di scuola fiorentina (fine XIV secolo); il Martirio di San Jacopo (1420) di Mariotto di Cristofano, un Crocifisso ligneo del XV secolo, per cui sono stati fatti i nomi di Benedetto da Maiano e di Baccio da Montelupo.

Chiesa dei Santi Lorenzo e Martino

San Lorenzo a Campi è la chiesa parrocchiale dell’omonimo quartiere del comune di Campi Bisenzio, situato nella parte occidentale del comune, oltre il fiume Bisenzio.

Sebbene di origine medievale, la chiesa non conserva quasi niente del suo aspetto originario, essendo stata sottoposta ad una vera e propria ricostruzione nel 1964, necessaria sia per gli ingenti danni di guerra che per la crescita della popolazione del quartiere, allora in pieno boom edilizio.

Sebbene di aspetto moderno, la chiesa di San Lorenzo a Campi ha comunque conservato alcune testimonianze artistiche che erano nel vecchio edificio, la maggiore e più interessanti delle quali è un bellissimo Crocifisso ligneo del XV secolo.

Negli anni 90 del XX secolo, la parrocchia di San Lorenzo a Campi si è annessa il territorio e la popolazione della confinante parrocchia di San Martino ed ha assunto così il nome di SS Lorenzo e Martino a Campi.

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San Martino a Campi era la chiesa parrocchiale dell’omonimo quartiere fino alla sua unione a San Lorenzo. La sua caratteristica è di essere divisa dal Bisenzio da quasi tutto il suo territorio parrocchiale: ciò è dovuto da una deviazione del corso del fiume, effettuata nel 1328 per eliminare una pericolosa ansa.

La chiesa, di origine medievale, fu sottoposta nei secoli a numerosi restauri e subì un notevole degrado agli inizi del nostro secolo. La sua rinascita si dovette all’opera del priore Giuseppe Cioni, artista ed uomo di cultura che ne curò un amorevole restauro a partire dal 1934, a cui contribuì personalmente con alcune sue opere. Tra le opere d’arte presenti nella chiesa, vanno ricordate una Maria in Trono (fine XV secolo) di Sebastiano Mainardi, un dossale d’altare con terrecotte invetriate di Giovanni Della Robbia (XV secolo) ed una croce astile del XIV secolo.

Chiesa di San Cresci

San Cresci a Campi è la chiesa parrocchiale dell’omonima frazione del comune di Campi Bisenzio, anche se parte del suo territorio ecclesiastico è compresa nel comune di Signa.

Sebbene la chiesa sia di antichissima origine, un documento la testimonia già nell’anno 866, oggi non resta praticamente nulla di questo lungo passato: all’inizio del XX secolo, trovandosi l’edificio in stato di notevole degrado, fu tentato un disperato restauro ma fu ben presto interrotto per alcuni crolli e difficoltà tecniche insuperabili e pertanto fu decisa la ricostruzione ex novo della chiesa.

La nuova chiesa fu costruita in posizione trasversale rispetto all’antica e fu inaugurata il 17 agosto 1911; del vecchio edificio, essa conserva solo pochi ricordi e di non eccelso valore artistico, salvo un calice di rame del XV secolo.

Chiesa di San Piero a Ponti

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San Piero a Ponti a Campi è la chiesa parrocchiale dell’omonima frazione del comune di Campi Bisenzio, anche se parte del suo territorio ecclesiastico è compresa nel comune di Signa.

La chiesa, che si trova nel rione del Gorinello, è attestata fin dal XII secolo. Nonostante il suo buon stato di conservazione storico rispetto ad altre chiese della zona, l’edificio subì gravissimi danni in occasione dell’alluvione del 4 novembre 1966 e la maggior vittima fu proprio la sua testimonianza artistica più preziosa, ossia una Madonna con Bambino (XIV secolo) per cui in passato fu fatto persino il nome di Cimabue, poi attribuita al Maestro delle Immagini Domenicane.

La tavola, rimasta sommersa da oltre tre metri e mezzo di acqua e fango, fu salvata grazie al tempestivo intervento dell’allora assessore Ugo Bacci e del Priore di Santa Maria a Campi, Don Giorgio Capaccioli, che si recarono a recuperarla appena fu possibile. La tavola, danneggiatissima, sottoposta ad un delicato restauro, è stata solo recentemente riportata nella chiesa.

Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta di Capalle

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La chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capalle si trova nel centro storico dell’ex castello di Capalle, nella parte settentrionale del comune di Campi Bisenzio.

La chiesa è l’unica del Vicariato a fregiarsi del titolo di Propositura, residuo del periodo in cui la parrocchia godeva di uno status speciale che la rendeva direttamente sottoposta all’arcivescovo fiorentino.

Attestata fin dal XIII secolo, la chiesa ha subito nei secoli restuari e rifacimenti e conserva numerose testimonianze artistiche come un Crocifisso della scuola del Giambologna; due tavole cinquecentesche raffiguranti Sant’Antonio e San Girolamo e due opere moderne del maestro Antonio Manzi, ossia gli affreschi nella cappella della Confessione e di un tabernacolo.

Chiesa di San Giovanni Battista

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La chiesa di San Giovanni Battista alle porte di Firenze è chiamata anche Chiesa dell’Autostrada del Sole per la sua collocazione all’incorocio fra l’Autostrada del Sole e la A11 Firenze-Mare. È alta 27 metri e si estende in un’oasi di seimila metri quadrati (metà dei quali coperti), appena fuori dal casello di Firenze-Nord. Si trova amministrativamente nel comune di Campi Bisenzio, nella frazione di Limite; dal punto di vista ecclesiastico, la chiesa è una Rettoria dipendente dalla Pieve di Santo Stefano a Campi e fa parte del Vicariato di Campi Bisenzio.

Nel 1960, tramontato un primo progetto dell’ingegner Lamberto Stoppa, il disegno della chiesa venne affidato a Giovanni Michelucci. I lavori cominciarono nel 1961 e furono sostanziamente conclusi già nel 1963, sebbene la realizzazione delle finiture interne impegnò il cantiere fino all’anno seguente, quando la chiesa venne solennemente inaugurata.

I materiali usati sono semplici e nobili: la pietra detta tradizionalmente “fior d’oro” per i muri perimetrali; il cemento bianco di Sardegna per le strutture a vista; il rame per la copertura del tetto, verde all’esterno, color biondo all’interno; i marmi, il vetro e il bronzo per la decorazione interna. La pianta dell’edificio risulta asimmetrica e svincolata dall’andamento della copertura, che è posta su uno spazio fluido e sinuosamente articolato.

Nelle intenzioni dei costruttori c’era sia il desiderio di onorare gli operai caduti nella costruzione dell’autostrada, ma soprattutto la volontà di creare una nuova “parrocchia dei turisti”, cioè di chi viaggia e desideri sostare un attimo in raccoglimento religioso. Non a caso la struttura allude al motivo di una grande tenda perché allude a un duplice tema di “viaggio”: quello delle auto che sfrecciano vicino e quello che ogni uomo compie nell’arco della sua vita da “pellegrino” sulla terra.

In questo senso vanno letti il portale bronzeo di accesso con il Passaggio del Mar Rosso e il Viaggio dei Magi di Pericle Fazzini, così come le storie dei santi protettori delle città toccate dall’autostrada, scolpiti da Emilio Greco e Venanzo Crocetti.

La Chiesa dell’Autostrada è una testimonianza di due grandi mutamenti avvenuti negli anni sessanta: la fine della società stanziale e agricola italiana, diventata una civiltà mobile ed itinerante, e la nuova idea religiosa del Concilio Vaticano II.

La chiesa è adornata anche da opere di Marcello Avenali, Jorio Vivarelli, Dilvo Lotti e Luigi Venturini.

Chiesa di Sant’Andrea a San Donnino

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Sant’Andrea a San Donnino è oggi la chiesa principale della frazione; già chiamata Sant’Andrea a Brozzi, da qualche anno, essa è unita nella persona del parroco a quella di San Donnino a Campi. La chiesa fu suffragenea della Pieve di Brozzi fino alla soppressione del comune e del vicariato ecclesiastico di Brozzi.

L’edificio fu edificato per la prima volta nell’XI secolo ma la costruzione attuale risale al Quattrocento; la chiesa subì poi danni gravissimi nell’agosto 1944, quando fu fatto saltare il campanile e distrutta parte dell’abside e il 4 novembre 1966, in occasione dell’alluvione di Firenze. Nel 1987 la chiesa subì persino un principio d’incendio, fortunatamente domato in tempi brevissimi ma che obbligò ad alcune pulizie degli affreschi anneriti.

Il patrimonio artistico della chiesa è cospicuo: il pezzo sicuramente più prezioso è una Madonna con Bambino e Santi di Domenico Ghirlandaio (XV secolo) (foto sotto),

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a cui si affiancano un Battesimo di Gesù di David Ghirlandaio (XV secolo) (foto sotto)

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ed un Crocifisso di Giovanni di Francesco (XV secolo).

Le numerose opere d’arte della chiesa sono state raccolte in un Museo d’arte Sacra, aperto negli anni 90 del XX secolo per iniziativa del Priore Giovanni Momigli, in cui sono conservati una Annunciazione fra i santi Eustachio e Antonio abate del Maestro dell’Annunciazione di Brozzi, un Trittico proveniente dalla chiesa di San Donnino a Campi, due tavole quattrocentesche raffiguranti San Giuliano e San Rocco, una Madonna del Rosario con Santi di Matteo Rosselli (XVII secolo) oltre a varia oggettistica religiosa di oreficeria, documenti e paramenti sacri.

La parrocchia di San Donnino ha visto in questi anni lo sviluppo di numerosissime iniziative culturali, sociali, sportive e religiose grazie all’attività di “Spazio Reale“, un complesso polifunzionale sorto per iniziativa del priore.

Chiesa di San Donnino

San Donnino a Campi è una delle due chiese della frazione meridionale del comune di Campi Bisenzio; da qualche anno, essa è unita nella persona del parroco a quella di Sant’Andrea a San Donnino e fu suffragenea della Pieve di Brozzi fino alla soppressione del comune e del vicariato ecclesiastico di Brozzi.

La chiesa è di origine molto antica, essendo attestata di già in un documento dell’anno 852 ed anche essa fu sottoposta, come la maggior parte delle chiese della zona, a numerosi rifacimenti e restauri attraverso i secoli (l’ultimo restauro, infelice, è del 1938 e portò alla distruzione dell’abside e della cantoria). Ulteriori danni li subì in occasione dell’alluvione del 4 novembre 1966.

All’interno, tra le opere di valore artistico, si conservano un Trittico trecentesco di scuola fiorentina (ora al Museo di Arte Sacra), un elemosiniere del XVII secolo ed un Crocifisso settecentesco. (Sotto raffigurato San Donnino martire, Patrono della città e Diocesi di Fidenza decapitato nel 296 d.c.; si festeggia il 9 ottobre)

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Convento delle Bettine

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Il Convento delle “Bettine”, che trae il suo nome dal popolare appellativo dato alle suore che vi dimorano, si trova a Campi Bisenzio, nel quartiere di San Martino.

Fu edificato tra il 1885 ed il 1887 per iniziativa della fondatrice del Terzo Ordine Carmelitano di Santa Teresa, la Beata Teresa Maria della Croce, al secolo Teresa Manetti, che fin dagli anni settanta aveva creato una congregazione religiosa, ospitata in alcuni caseggiati dei dintorni. Il successo del nuovo ordine, sia come vocazioni che come risultati, fece siì che “Bettina” (come era chiamata Teresa fin da piccola dai compaesani) decidesse di costruire un vero e proprio convento, abbandonando le sistemazioni fortunose. Nell’occasione, Bettina ebbe anche l’intelligente idea di costruire accanto una chiesa, per risolvere il secolare isolamento della frazione di San Martino dalla propria chiesa, dovuto ad una deviazione del corso del Bisenzio avvenuto nel 1328 e che rendeva difficoltose le partecipazioni alle funzioni in occasione delle frequenti piene.

La chiesa oggi ospita la tomba della Fondatrice; il Convento è oggi Casa Madre dell’ordine, mentre le attività organizzative sono state spostate, per ragioni di comodità logistica, nella Casa Generalizia di Via Rucellai a Firenze.

Fonte : Wikipedia