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K100 di Campi: Non vogliamo essere complici dell’ennesima aggressione imperialista travestita da missione umanitaria

1 aprile 2011

Ricevo e pubblico questo comunicato da parte del Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio, in allegato un video che fa luce sulle verità di questa ennesima guerra che sta colpendo la Libia. Una intervista ad Amedeo Ricucci (giornalista RAI), corrispondente di varie guerre e profondo conoscitore di verità spesso non divulgate dalla stampa e dai media.
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Da diversi giorni il popolo libico vive sotto il terrore dei bombardamenti.
Un altro massacro del “pacifismo armato”, l’ennesima aggressione imperialista travestita da missione umanitaria.
Sull’esempio di quanto recentemente sperimentato con successo in Iraq (vi ricordate le prove sull’arsenale chimico di Saddam sventolate da Colin Powell all’Onu e il mai provato coinvolgimento iracheno nell’11 Settembre?) il primo passo è stato creare un clima favorevole all’intervento. A questo sono serviti gli annunci dei giorni scorsi come il migliaio di morti in un giorno, i bombardamenti mai avvenuti sui quartieri di alcune città libiche, le foto delle fosse comuni poi rivelatesi false. Menzogne, mezze verità, notizie distorte, amplificate dai media per creare una opinione pubblica compiacente. In realtà la situazione libica, per chi volesse andare oltre la propaganda, è apparsa subito molto diversa da quanto avveniva in altri paesi africani.
A differenza delle mobilitazioni popolari in Tunisia ed Egitto, quella libica si è configurata quasi da subito come una vera e propria guerra civile. Infatti le prime mobilitazioni contro Gheddafi sono state subito prese in mano dai “ribelli di Bengasi”, una cricca di ex militari gheddafiani, di separatisti delle Cirenaica, di capitribù da sempre ostili al regime del rais che adesso hanno potuto contare sull’appoggio di consiglieri militari occidentali (francesi ed inglesi in particolare) presenti da settimane a fianco dei cosiddetti “insorti” (in una situazione che per certi versi ricorda la nascita dell’Uck….).
Ovviamente dichiarare che gli insorti di Bengasi non sono i giovani tunisini o egiziani non significa parteggiare per Gheddafi. Il Gheddafi anticolonialista e riformatore è ormai solo un ricordo, sepolto da anni di regime e dalla figura del rais come gendarme d’Europa. Gli amici e alleati di Gheddafi sono stati per anni proprio coloro che adesso lo bombardano, coloro che hanno esternalizzato la tortura nelle carceri libiche per i clandestini rimpatriati dai CIE italiani, quelli che con il rais hanno firmato trattati di amicizia e di collaborazione economico-militare. E la cosidetta opposizione che proprio nei giorni scorsi scendeva in piazza per la difesa di quella costituzione che ripudia la guerra?
E’ come se quanto succeso in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan non fosse servito a nulla, con il solito codazzo di “pacifisti” pronti a fare quadrato nel nome della “responsabilità nazionale” e del sostegno agli “insorti”. Una opposiione e una sinistra istituzionale pronta, come sempre per “senso di responsabilità”, a puntellare un governo infame, a sostenere i sicari del capitale, ad essere arruolati dal premio Nobel per la pace con l’elmetto. Pronti ad accodarsi alla Nato, sempre e comunque. Proprio coloro che non muovono un dito per quello che contemporaneamente sta succedendo nello Yemen, in Bahrein, proprio quelli che non hanno mosso un dito per la Palestina martoriata nonostante le risoluzioni Onu, per i pacifisti turchi trucidati dagli israeliani in acque internazionali……
Per quanto ci riguarda siamo contro Gheddafi, contro la cricca di Bengasi, contro gli sciacalli d’occidente ed i loro piani coloniali, vicini al popolo libico e sostenitori del suo diritto all’autodeterminazione.
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos