Ossidoriduzione, un’altra alternativa allo smaltimento dei rifiuti.

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Fra le alternative all’inceneritore esiste anche l’ossidoriduzione, ma come funziona ? ecco un testo che ne spiega il funzionamento, non so se esistono delle controindicazioni sulla salute, vale comunque la pena approfondire.

Ricercatori italiani hanno messo a punto da tempo, un nuovo processo che in pochi secondi trasforma i rifiuti organici in un materiale stabilizzato, non putrescibile e utilizzabile in vari settori.
I rifiuti urbani potrebbero non rappresentare più un problema ambientale: l’ossidodistruzione una tecnologia ormai ampiamente collaudata, è pronta per la sua applicazione industriale, dopo anni di ricerca applicata e di test analitici che hanno confermato il raggiungimento degli obiettivi prefissati: trasformare tutte le frazioni di rifiuto, in materiale non più putrescibile, biostabilizzato o polixano espanso. La produzione delle macchine del processo di ossidodistruzione brevettato da Maurizio Di Giovanni, è curata in esclusiva da EcoEnergy Ricerche, mentre la distribuzione è stata affidata alle più importanti aziende del settore rifiuti. Per poter concretamente far verificare a tecnici ed amministratori pubblici e privati oltre che alla stampa, la validità del processo è stata allestita un’unità mobile Polimass rifiuti, predisposta per la trasformazione di tutte le frazioni di rifiuto: umido da raccolta differenziata, rifiuto ospedaliero, rifiuti solidi assimilabili agli urbani (legno, plastica, tessuti, gomma ecc ). L’unità è attrezzata, anche per il trattamento di materiale a rischio BSE (residui pericolisi di macellazione) validato dal Consiglio Superiore della Sanità.Il processo d’ossidodistruzione prevede un pretrattamento di riduzione volumetrica dei rifiuti che ne diminuisce il volume iniziale da tre a quattro volte. La linea di pretrattamento fisicoeffettua il frazionamento e la raffinazione dei rifiuti e si sviluppa per una lunghezza di circa 40 metri. La raffinazione dei rifiuti, oltre a ridurre il volume, favorisce l’azione dei reagenti contenendo il costo del processo. I rifiuti raffinati, affluiscono automaticamente ad un reattore, lungo fino 12 metri, all’interno del quale, sono attivati da reagenti ossidativi per la biostabilizzazione e da reagenti di trimerizzazione per la trasformazione nel polimero polixano espanso. Il tempo d’attraversamento del reattore è mediamente di 120 secondi ed è impiegato per la biostabilizzazione dei rifiuti. L’attivazione avviene in due fasi, nella prima il rifiuto attraversa il bagno della miscela ossidante Oxitrimer (perossido d’idrogeno, acido citrico, acetico, enzimi ed additivi stabilizzanti e catalizzanti ), nella seconda fase il rifiuto attraversa una zona dove è localizzato il catalizzatore di ossidazione. L’ossidazione determina la depolimerizzazione istantanea delle sostanze organiche umide presenti nei rifiuti, in particolare libera le molecole d’acqua, che così possono facilmente evaporare. La frazione organica umida in tale fase subisce una completa trasformazione, tanto da renderla irriconoscibile.
Il trattamento di ossidodistruzione del rifiuto organico nella fase di biostabilizzazione, determina oltre alla depolimerizzazione anche la rottura delle membrane di virus, microrganismi e batteri patogeni, oltre a distruggere la germinazione nei semi presenti. I metalli pesanti ossidati, in presenza di catalizzatori, precipitano sotto forma di sali non più solubili, pertanto non possono inquinare falde acquifere o terreno. Il tempo totale di trasformazione del rifiuto in polixano espanso non supera i 10 minuti. In pochi minuti, con un processo ecologico, il rifiuto è trasformato in polixano espanso, isolante termoacustico, ponendo fine a qualsiasi problema ambientale. Qualsiasi frazione di rifiuto può inoltre essere trasformato grazie al processo di ossidodistruzione, in polixano economico, solo polimerizzato e non espanso, con riduzione rilevante del volume iniziale fino a cinque volte. Il polixano non espanso essendo inerte, può essere impiegato per bonifiche ambientali. Il polixano espanso è un materiale isolante termoacustico con un mercato potenziale, di 30 milioni di metri cubi, in ognuno dei maggiori paesi europei.

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14 Risposte to “Ossidoriduzione, un’altra alternativa allo smaltimento dei rifiuti.”

  1. Ossidoriduzione, un’altra alternativa allo smaltimento dei rifiuti. « Campi Bisenzio Notizie Blog « Consulenza e Progettazione Says:

    […] Ossidoriduzione, un’altra alternativa allo smaltimento dei rifiuti. « Campi Bisenzio Notizie Blog Pubblicato il Gennaio 22, 2008 di Arch. Francesco Villano Ossidoriduzione, un’altra alternativa allo smaltimento dei rifiuti. « Campi Bisenzio Notizie Blog […]

  2. Paolo Says:

    Questa credo sia la principale e più seria alternativa all’inceneritore….

  3. campibisenzio Says:

    Ciao Paolo, sono contento della tua considerazione sul tema, al sito blog di consulenza e progettazione ho trovato un documento che ripropongo in link per approfondimento:

    Fai clic per accedere a ossidodistruzioneita.pdf

  4. marialuisa Says:

    sono sette anni che si parla di ossidodistruzione , ma hanno fatto orecchi da mercante. Finalmente qualcuno ora ha capito cosa significa OSSIDODISTRUZIONE e intende applicarla .
    Se in Campania avessero costruito questi impianti al tempo in cui sono stati proposti ……………… forse non saremmo arrivati a questo disastro!

  5. campibisenzio Says:

    Salve Marialuisa,
    non è solo questa l’alternativa allo smaltimento dei rifiuti, io ho trovato molte alternative che sto immettendo sul blog. E’ chiaro che ogniuna di queste ha i suoi lati negativi e positivi e sto cercando di metterli in luce, il fatto è che da ogni parte trovo persone che hanno ideali troppo netti sullo smaltimento dei rifiuti (chi vuole solo l’inceneritore e chi vuole solo trattamenti a freddo), ma non ho trovato alcuno che si metta con me a vedere e capire come poter applicare una miriade di sistemi alternativi a questi due. Ti dico questo perchè ultimamente stiamo assistendo ad una contrapposizione di posizioni troppo estreme che non portano altro che a scontri inutili sull’argomento. Credo che dovremo lasciare perdere sia l’interesse economico (e politico) che quello troppo ambientalista ed iniziare a cercare una alternativa valida. Penso che le cause siano proprio queste. Insieme a Alex e Francesco, che con me vivono la storia di questo scontro nella piana fiorentina e lo riportano in rete, stiamo cercando di dare il massimo delle informazioni “alternative” sullo smaltimento dei rifiuti. Chissà se qualcuno alla fine capirà che per tutelare la nostra salute e quella dei nostri figli, basta così poco…aiutaci a diffondere queste notizie.
    Ciao a presto

  6. Ing.Norberto Says:

    Spett.le Comune di Campi Bisenzio.
    Nel visionare le particolari ed innovative tecnologie per il trattamento dei rifiuti mi affascina in modo particolare il trattamento a freddo della tecnologia OSSIDODISTRUZIONE che ho trovato due filmati in specifica e virrei segnalare alla vostra attenzione.
    Ho trovato informazioni e filmati sull’indirizzo ifisrl.wordpress.com.
    Credo di dare apporto utile a migliorare il nostro futuro.
    Nel ringraziarvi Ing Norberto.F

  7. campibisenzio Says:

    Salve Ing. Norberto,
    la ringrazio per il suo interessamento e la sua preziosa segnalazione, ho provveduto infatti a redigere un nuovo posto nel quale, approfittando del blog IFISRL, metto a conoscenza di ulteriori e preziosi dati di approfondimento su questa pratica di smaltimento dei rifiuti. Una precisazione che è doverosa riguarda la regia di questo blog che non è dipendente dal Comune di Campi ma solo da un cittadino campigiano (il sottoscritto), fortemente motivato a far conoscere la propria cittadina e coinvolgere altri concittadini a partecipare attivamente al processo di informazione e divulgazione; pernio importante della partecipazione e della crescita di una società. Grazie, spero di rileggerla presto. Cordialmente.
    Fabio

  8. marialuisa Says:

    Ciao fabio
    ti ringrazio per le informazioni e la realizazione del blog ;speriamo che la notizia si diffonda rapidamente e coinvolga sempre di più la popolazione ,la vera destinataria di queste comunicazioni
    Darwin

  9. vanni Says:

    Conosco da tempo il processo di ossidodistruzione per sentito dire
    esistono impianti in funzione in italia?

  10. andrea di giovanni ufficio stampa Abiotech srl Says:

    Rispondiamo a Vanni sugli impianti in funzione

    FINALITA’ IMPIANTI DI OSSIODIDSTRUZIONE RIFIUTI SOLIDI URBANI ED AGROINDUSTRIALI.

    Trattare con processo abiotico fotocatalitico, catalizzato da setacci a molecole dinamiche MD, i rifiuti ed in special modo le frazioni putrescibili.

    Il processo di titpo abiotico ( senza bateeri ) è obbligato considerato i veleni presenti nei rifiuti ( metalli pesanti, composti del cloro, diossine ecc) che rendono impossibile l’adeguata crescita dei batteri,
    Il processo di ossidodistruzione essendo abiotico, non ha per ilo suo corretto funzionamento alcuna dipendenza da parametri quali : temperatura, umidità, presenza di sostanze biocide oppure non biodegradabili.
    Non ci sono pertanto ostacoli alla stabilizzazione abiotica dei rifiuti ed alla completa bonifica dai veleni, comprese le stesse diossine oppure i catalizzatotori della loro formazione: rame, piombo o ferro.
    Fatte queste premesse vi diamo l’elenco ed i luoghi dove è stato possibile assistere alle dimostrazioni del processo effettuate con impianti pilota.
    Elenco impianti Ossidodistruzione pilota e luohi di attivazione dimostrativa:
    descrizione del tipo di impianto fornito
    Impianto tipo Polimass rifiuti con processo abiotico di Ossidodistruzione
    – prodotto trattato nell’impianto
    rifiuti urbani differenziati umidi e/o secchi , scarti o rifiuti industriali, agricoli, scarti di macellazione e di allevamenti, rifiuti Ospedalieri.
    – inizio del funzionamento dell’impianto
    Sono stati realizzati tre impianti polimass rifiuti con processo abiotico di ossidodistruzione.
    1) primo impianto Mobile, era costituito dai sistemi di dosaggio e dal reattore di attivazione, la reazione e la separazione nel caso di trattamento di stabilizzazione è stata predisposta in cestelli appositi.
    La formazione dei blocchi di polixano espanso è stata prevista anch’essa in cestelli conici che ne favorivano l’estrazione.
    L’impianto è stato attivato nel 2001 presso l’Università di Messina, per invito della Commissione Bicamerale sul Ciclo dei rifiuti.
    Successivamente tale impianto mobile è stato impiegato fino al 2005 a Battipaglia presso la Società Frank Company srl,
    2) secondo impianto di tipo mobile, costituito da nastro di ricezione, trituratore e nastro di dosaggio, reattore di attivazione. La reazione abiotica di ossidodistruzione avveniva all’interno de cestelli sovrapposti per la separazione della frazione liquida liberata.
    La produzione del polixano espanso in apposite casseforme a tenuta di pressione, tali da consentire la creazione di blocchi perfettamente squadrati.
    L’impianto è stato attivato:
    • giugno 2003 a Battipaglia presso la società SMECOS srl,
    • Luglio in San Vitaliano Napoli, presso la società BRUSCINO srl, per il trattamento dei rifiuti soldi urbani indifferenziati e per la frazione umida e verde differenziata, per produrre BIOSEC, biomassa secca combustibile e polixano espanso.
    • Agosto 2003 in Provincia di Parma presso lo stabilimento della STAR spa.; per il trattamento degli scarti della lavorazione del pomidoro e della carne, per ottenere prodotti stabilizzati ad levato potere calorifico.
    • Settembre 2003 – dicembre 2004 Cremona presso Isola Verde spa, per lo smaltimento di: rifiuti solidi indifferenziati, frazione umida da separazione meccanica dei rifiuti, frazione umida e verde da raccolta differenziata, scarti di macellazione, scarti di conceria, scarti preparazione ortofrutta per supermercati, scarti lavorazione olive, fanghi di depurazione, pulper di cartiera, tralci e foglie di verde pubblico ecc. Per la produzione di Biosec, biomassa combustibile stabilizzata e secca, polixano espanso isolante termoacustico con potere fonoassorbente K= 0,83 .
    • Settembre 2004, rifiuti ospedalieri presso l’Ospedale Carlo Poma di Mantova, per la sterilizzazione e la stabilizzazione dei rifiuti ospedalieri anche a rischio infettivo.
    3) terzo impianto pilota, a differenza dei primi due è un impianto ingegnerizzato e completo del pretrattamento fisico, del reattore di attivazione, del reattore del processo abiotico di ossidodistruzione e dell’estrattore solido liquido, oltre ai sistemi di dosaggio e controllo.
    Inizio Funzionamento:
    Luglio 2005 presso SEA spa di Campobasso, per il trattamento: frazione umida separata meccanicamente, frazione umida e verde da raccolta differenziata, rifiuto solido urbano indifferenziato.
    Produzione BIOSEC con potere calorifico di 4900 Kcal/h
    Gli impianti sono in sosta per fine ciclo di prove.
    – l’impianto di Campobasso, è in procinto di Trasferimento a Benevento, a seguito di accordo tra il Supercommissario ed il Presidente della Provincia di Benevento.
    Abiotech srl
    Ufficio stampa
    Andrea di Giovanni

  11. valeria Says:

    vorrei sapere se l’impianto di ossidoriduzione di san vitalinìano è costruito ed è utilizzato per fare visite guidate

  12. Guido Says:

    Sto studiando la realizzazione di un impianto che distrugga le carcasse di animali che quotidianamente muoiono negli allevamenti di bovini e suini. Si parla di 30.000 capi all’anno. Anzichè bruciare le carcasse si possono distruggere negli impianti di ossido-riduzione? Quali sono i pro e i contro? Ci sono esperienze in Italia?

    Grazie per l’aiuto.
    Guido

  13. darwin Says:

    a giulio suggerisco di contattare il sig Andrea Digiovanni per avere le risposte più esaustive (è l’inventore del processo di ossidodistruzione),ma ti posso anticipare che senza dubbio funziona arrivando a distruggere il prione della BSE . leggi la risposta presente su questo blog

  14. Luigi Says:

    Indubbiamente la ossidodistruzione dei RSU e’ una svolta decisiva nel trattamento dei rifiuti. Quello che tuttavia lascia perplessi e’ come sia difficile entrare in contatto con chi dovrebbe progettare e costruire detti impianti per il mercato estero. Nel caso specifico esiste la reale possibilita’ di collocare due `primi impianti in Peru’ pero quando cerchi !ABIOTECH SRL” non trovi riferimenti; quando ti dicono di scrivere al Sr. Fasciolo la posta ti torna indietro automaticamente invitandoti ad indirizzarla ad altra casella, da dove puntualmente e’ respinta. Chi mi saprebbe dire a chi rivolgermi perche’ questo straordinario progetto italiano possa essere conosciuto ed applicato nel mondo? Grazie

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